Desiderio – Intento – Evoluzione
Premessa
Caro lettore, ipotizzo che il tempo di lettura di quest’articolo potrebbe superare qualche tua aspettativa, se così fosse mi dispiacerebbe. Tuttavia, ipotizzo anche che alla fine della lettura avrai una nuova prospettiva grazie alla quale comprenderai i tuoi desideri più profondi, evitando di confondere il desiderio con la brama o con le aspettative.
Inoltre, ti prometto che ti porterà a riflettere sulla posizione spazio-temporale del tuo Essere nell’Esistenza e sul desiderio di scoprirti nella tua essenza.
DESIDERIO
Le infinite sfumature percepite dall’essere umano quando si tratta del Desiderio, hanno portato nel tempo ad una svalutazione dell’atto in sé di desiderare, stigmatizzando in un certo modo l’atto di creazione della vita che si desidera e la trasformazione dell’impossibile in possibile, portando l’IO DESIDERO all’IO VORREI ma “non posso perché DEVO”.
Per comprendere a fondo l’atto del desiderare ed il suo potere di cambiamento, ti chiederò di fare insieme qualche passo dietro nel tempo ed osservare le possibilità evolutive del mondo, se quel singolo sapiens chiuso in quella oscura caverna, non avesse avuto il desiderio di esplorare oltre i muri della sua caverna. Le probabilità che io potessi scrivere questo articolo oggi, per poi riportarlo alla tua attenzione sarebbero state… forse zero.
Immagina come sarebbe il mondo oggi senza l’elettricità di Tesla o la lampadina di Edison. Come sarebbe il confort nella nostra quotidianità senza il loro desiderio di comprendere l’elettricità per accendere una lampadina? O se Einstein non avesse desiderato di comprendere cosa sarebbe successo cavalcando un raggio di luce in una sola equazione?
Né io né te siamo scienziati geniali del passato, tuttavia ci unisce a loro qualcosa di molto profondo, qualcosa che ci accomuna e ci rende tutti uguali: un ruolo preciso all’interno dell’esistenza ed una missione ad esso connessa.
Definire la nostra esistenza “accidentale” è impossibile in qualsiasi sistema di calcolo. Siamo l’effetto (il motivo dell’esistenza) di una causa, che sta causando altri effetti (motivi di esistenza). Sono sicura che non tutti siamo nati per essere scienziati geniali, almeno io certamente non lo sono, così come non tutti sono nati per essere famosi compositori, prodigi o artisti di fama mondiale. Eppure, all’interno dell’esistenza, ogni nostra scelta è l’effetto che genera una nuova causa che a sua volta genera un nuovo effetto e così via, per noi e per le generazioni future.
Questa prospettiva, dalla quale osservare l’esistenza, mi ha portata ad associare ogni Essere Umano ad un Atomo appartenente ad un macrosistema. Non è importante quanto piccoli siamo all’interno del macrosistema, quello che è davvero importante è il nostro contributo al macrosistema.
Immagina l’atomo di idrogeno nel suo ruolo di saldatore della nostra struttura genetica, del nostro DNA. Lui, il più piccolo tra gli atomi, tiene insieme la vita.
Questa mia analogia cosmica, dove anche la più piccola particella di un subsistema ha la capacità di influenzare il comportamento del macrosistema, mi porta a pensare alla non casualità dei ruoli che abbiamo in questa vita e alla responsabilità ad essi collegati. Nel legame a idrogeno del nostro DNA, anche un solo minuscolo disallineamento porterebbe impedire alla vita di esistere.
Tuttavia, né gli umani, né gli atomi desiderano la materia. La materia è la conseguenza (l’effetto) delle dinamiche dell’interazione tra le Forze delle Creazioni.
La Materia
Gli atomi desiderano la stabilità elettronica.
Anche l’essere umano desidera la stabilità, esattamente come quella dell’atomo. Se un atomo non trova la stabilità elettronica ha tre possibilità: restare solo per sempre, decadere, quindi perdere alcune cose di sé, o subire un processo di fusione – cioè apprendere alcune cose di sé, per poi raggiungere la stabilità elettronica e stare bene anche da solo o, essere molto felice in compagnia dei suoi simili.
Oggi non sappiamo se gli atomi sono consapevoli di sé stessi nei legami che creano, ma sappiamo di sicuro che il macrosistema, cioè l’ambiente in cui si trova l’atomo, influenza la direzione di rotazione delle particelle subatomiche, cioè il subsistema, definendo dunque il suo modo di essere. In altre parole, quando entra in relazione con l’ambiente circostante e il suo contenuto, l’atomo definisce la sua identità.
Potremmo associare metaforicamente il subsistema allo stato interiore di una persona e il macrosistema all’ambiente in cui quest’ultima vive. L’uomo, a differenza dell’atomo, ha la necessità di percepire sé stesso e di essere consapevole della propria complessa natura. La consapevolezza è una parte fondamentale della nostra evoluzione – tratteremo quest’argomento in un articolo futuro.
Identità Atomica
Nondimeno, quando l’Essere Umano entra in relazione al suo ambiente, l’interazione tra la sua forza e la forza dell’ambiente, genera la consapevolezza della sua identità che, a differenza dell’atomo, è infinita. L’essere umano può Essere in così tanti modi quanto tutti gli atomi del suo copro, circa 7 seguito da 27 zeri.
Bisogna ricordare in questa fase che le forze non sono la causa del sistema “Essere Umano”.
Il sistema Essere Umano è l’effetto, dell’interazione tra le forze della Creazione e il loro scambio di energie – qualcosa per cui vivere in altre parole.
Potremmo dire che il desiderio ultimo e più profondo dell’Essere Umano è sapere chi è nel suo massimo potenziale di manifestazione. Essere consapevole di sé stesso, della sua Essenza. Tutti gli altri desideri che l’essere umano può avere durante la sua vita sono solo dei “mezzi per raggiungere il Grande Desiderio” – io li ho chiamati Meta-desiderio (tratterò il Meta-desiderio in un articolo futuro). Invece, il Grande Desiderio è quello che io chiamo il Desiderio dell’Anima – è l’intero sistema e tutto il suo massimo potenziale.
Il Grande Desiderio dell’Anima
INTENTO
Quante volte il tuo stato presente dell’Essere è stato uno stato futuro desiderato di uno degli Essere del passato?
Quando ero ragazzina spesso mi mettevo i tacchi di mia madre con l’intento di essere percepita dagli altri, adulta. Oggi sono adulta e il tacco lo metto raramente, strano vero? Il mio desiderio di essere percepita adulta si è trasformato nel mio stato attuale dell’essere: io sono adulta. Sono diventata il mio desiderio, sono passata dallo stato di Essere Desideratore ad Essere il Desiderio.
Il desiderio è una produzione spontanea derivata dall’interazione tra lo stato attuale dell’Essere e uno degli stati dell’Essere futuro.
Potenziale di manifestazione
Il nostro Essere, che da adesso in poi chiamerò Essenza, che sta per Anima o Nucleo, prima di vivere delle dinamiche a sé esterne, cioè in relazione ad altri, vive delle dinamiche a sé interne, cioè in relazione a sé stesso. Di conseguenza, le dinamiche esterne non saranno mai diverse da quelle interne, sono interconnesse.
Desiderio
Prima di costruire dinamiche esterne ed entrare in connessione ai propri desideri, in Intention 1.1 ci concentriamo sulla costruzione delle dinamiche interne: Le relazioni con sé stessi. Questo step è fondamentale per creare il filtro di percezione allineato al desiderio, ci aiuterà a riconoscere il desiderio quando sarà entrato nel nostro orbitale di valenza – ovvero nella nostra visuale.
È come andare in vacanza in macchina: puoi immaginare il filtro della percezione come il parabrezza, il desiderio sarà la destinazione che stai per raggiungere. La relazione con te sarà rappresentata dal confort e dalla comodità di fare il viaggio e guidare la macchina. La macchina possiamo associarla al sistema e l’Essenza al conducente.
Dunque, se non sai dove stai andando non sai se quando sei arrivato, se sei arrivato ma hai il parabrezza sporco, non riconosci la meta. Se non hai avuto confort e comodità per il viaggio, sei arrivato stanco e infastidito, quasi non ti va più di essere lì. Se nel tragitto hai danneggiato la macchina, metà del budget della vacanza è sprecato e se l’Essenza si addormenta …
Io e Me – la relazione con sé stessi
Ho chiamato questo viaggio “Il raggiungimento del prossimo livello di prosperità.” – che, come hai osservato, più che arrivare è rilevante COME arrivare.
La nostra struttura di pensiero, che sta alla base di tutti i nostri comportamenti e scelte, cambia in base all’intento dell’osservatore, ovvero della carica energetica che indirizziamo verso un ruolo.
Puoi sperimentarlo te stesso in questo momento:
Prova ad immaginarti nella tua prossima vacanza: il parabrezza è pulito quindi vedi benissimo l’ambiente, senti già nel copro che i giorni futuri sono uno spasso. Hai guidato per tutto il tempo comodo nel pieno confort della tua macchina, che non ha un solo graffio, sei pieno di energia, ti senti carico e non vedi l’ora di cominciare a divertirti perché era da un po’ che desideravi visitare questo luogo. Adesso presta attenzione a cosa provi nel tuo corpo e al sorriso che hai stampato sul viso.
Cambiamo intento dell’osservatore: ricordi quella volta quando sei andato in vacanza e giusto un attimo prima di arrivare a destinazione il GPS ti ha fatto sbagliare strada così tante volte che volevi buttarlo dalla finestra? Fuori diluviava di brutto e i tergicristalli non erano in grado di pulire il parabrezza in tempo per imboccare l’uscita giusta nel senso rotatorio. Parcheggiando, hai sbattuto contro il marciapiede e hai rotto il paraurti. Che brutta vacanza – anche se non hai mai vissuto una cosa del genere, il sorriso è sparito.
Il filtro della percezione
Nel momento in cui l’intento dell’osservatore è allineato al desiderio e il desiderio è sincrono all’osservatore, ovvero al desideratore, allora tra i due comincia uno scambio costante di energia: il desiderio riceve energia dell’osservatore mentre l’osservatore viene guidato verso la materializzazione del desiderio. È sempre uno scambio.
Quando lavoro ai miei desideri mi piace ricompensarli in anticipo. Così pago un prezzo energetico in termini di azioni e con uno sforzo mi allineo al desiderio, poi osservo come il Macrosistema mi dà una mano e sincronizza il desiderio a me. Mi preme specificare che sforzo non significa SACRIFICIO – i nostri desideri non vogliono i nostri sacrifici. Quale versione di te vorrebbe che tu ti sacrificassi?
L’analogia più bella che mi è venuta in mente fino ad oggi per spiegare la materializzazione di un desiderio è un parto. Anche perché, per esistere nella materia, i desideri hanno bisogno di essere in un certo modo “partoriti”.
Attraverso la manifestazione (mani in azione – cioè FARE) sia la madre che il bambino evolvono. La madre, ovvero desideratore, si prepara come meglio sa per l’arrivo di suo figlio. Il figlio dall’altra parte, vale a dire il desiderio, cresce ogni giorno di più. In tutto questo tempo il figlio si nutre attraverso la madre. Quando il suo sviluppo è giunto ad occupare tutto lo spazio che in quello stato dell’essere aveva a disposizione, il bambino è pronto ad entrare nel mondo, cioè, essere partorito. Nel bellissimo doloroso atto del parto sia la madre che il bambino hanno dei ruoli ben precisi.
Arriveranno alla fine spingendo entrambi in modo sincrono e attraverso un evento, scioccante per il figlio, doloroso per la madre, una nuova vita è arrivata nel mondo – è la materia fu creata.
EVOLUZIONE
Ogniqualvolta pensate ai vostri desideri, immaginatevi come se foste le loro madri, non importa se uomini o donne, tutti abbiamo dentro di noi l’energia della madre.
Osservatevi in travaglio, mentre attendete che il vostro desiderio si partorisca da solo. Ho qualche dubbio che questa cosa potrebbe mai capitare…
La nostra percezione del mondo attraverso il filtro delle aspettative influenza il nostro atteggiamento in relazione all’esistenza e di conseguenza ai pensieri che facciamo e le emozioni che viviamo. La formazione delle aspettative avviene quando etichettiamo l’oggetto del desiderio in categorie – i famosi preconcetti.
In questo modo dirigiamo il nostro cervello ad interpretare i nostri desideri con chiavi di lettura non coerente a quello che è il nostro vero desiderio. Cosicché quando il desiderio arriverà nelle nostre vite non saremmo in grado di riconoscerlo.
Quando mi aspetto che le cose debbano accadere in un certo modo e non accadono – io soffro, nel mentre quando vivo il desiderio sono contento di essere il co-creatore di qualcosa. Le madri che hanno prestato attenzione a cosa provavano subito dopo il parto, sanno a cosa mi riferisco. Il senso interiore di “aver creato il mondo” è la percezione più bella che puoi avere, la puoi comunque sperimentare quando crei qualcosa che ti piace tanto, qualsiasi cosa sia, è poco rilevante affinché che sei nel Flow.
Mia sorella vive ancora a casa con i miei e per lei tornare da scuola e trovare il pranzo pronto è un’aspettativa. Io … Io non vivo più con mia madre da 16 anni e per me tornare a casa e trovare il pasto preparato da mia madre è un desiderio.
Se mia sorella arriva a casa e non trova il pasto pronto potrebbe sentirsi frustrata e si arrabbierebbe con nostra mamma (forse non è proprio il caso di mia sorella –ma serve come esempio). Se io arrivo a casa e non trovo il pasto pronto preparato da mia madre è ok.
Il nostro problema oggi è che siamo troppo abituati ad una normalità che, quando viene a mancare andiamo in blocco. Nel caso dell’aspettativa l’osservato sarà la madre, nel caso del desiderio l’osservato sarà il pasto caldo.
Quindi per mangiare cambierò l’intento dell’osservatore e al posto di arrabbiarmi con mia madre perché non prende un volo Palermo – Verona tutte le sere, cambierò il mio stato attuale dell’Essere e imparerò a cucinare, o ad amarmi come lo farebbe mia mamma… e cosi via.
Un altro esempio tra aspettativa e desiderio è il successo professionale. Nessun successo potrà essere tale se non è allineato ai propri valori interiori. Se ho assorbito culturalmente la chiave di lettura per il successo che me lo fa misurare con fatturati a 6 zeri come minimo, applausi, apparizioni tv e 10 libri scritti, quando il desiderio si allineerà a me e sarà pronto ad essere partorito perché sincrono ai miei valori più intimi, allora io non sarò in grado di riconoscerlo e le aspettative continueranno a generare in me frustrazioni fino allo burnout.
Le esperienze passate di vita impostano in un certo modo le aspettative: quello che tu pensi che gli altri pensano di te o che si aspettano da te non sono per nulla modelli applicabili alla tua ESSENZA DELL’ESSERE. Vediamo spesso oggi nei media, modelli che creano in noi aspettative illusorie – completamente asincrone alla nostra Essenza di Essere. Sarebbe come chiedere ad un atomo di idrogeno di creare legami con i suoi simili e creare le molecole e di acqua.
PERCHÉ È IMPORTANTE DESIDERARE
Edison non ha mai desiderato la lampadina, almeno non prima che si mettesse a renderla funzionale; quello che lui ha desiderato era illuminare il mondo, poi il suo desiderio lo ha guidato a creare la lampadina facendo si che lui fosse associato alla creazione della lampadina.
Sapiens non desiderava uscire dalla caverna, desiderava andare oltre i muri della caverna; quindi, il suo desiderio lo ha guidato ad esplorare situazioni che hanno migliorato il tenore di vita e hanno permesso la nostra evoluzione come specie.
Io non ho mai desiderato essere una Wishful Coach, io osservavo come si materializzano i desideri nella mia vita e desideravo comprenderne il meccanismo della creazione della materia, per crearne un modello, il mio desiderio mi sta ancora guidando.
Quello che è importante comprendere oltre alle metafore o alle analogie atomiche, è che siamo co-creatori nel processo della materializzazione dei desideri. Che dal momento che il nostro intento è allineato al desiderio, l’evoluzione è inevitabile. Non siamo noi a scegliere i nostri desideri, sono loro a sceglierci molto tempo prima che noi nasciamo, perché loro rappresentano quello stato futuro di benessere del subsistema, del sistema e del macrosistema.